ricordi-di-un-vicolo-cieco

Secondo me, mangiare qualcosa di dolce alla fine del pasto è una cosa che rende felice, piccolo sogno.

Fu un momento straordinario. Avemmo entrambi l’impressione di aver scoperto il sesso per la prima volta e dividemmo un brivido di sorpresa.

Pensai che il sesso esisteva per verificare il mistero di quell’incastro unico, quella perfetta armonia.

Con tutte le sue debolezze era un vero uomo e sapeva fare l’amore con una donna con la forza di un uomo.

Cerco di non dimenticare che quello che cucino potrebbe essere per ognuno l’ultimo pasto.

La notte parleremo per ore di stupidaggini, oppure faremo l’amore, e così invecchieremo.

Da qualche

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parte dentro di me avevo sempre invidiato gli altri.

Anche se tutti si comportano in apparenza in modo formale, in realtà si scambiano la loro parte più bella. Quella più profonda, pensai.

Avevo sempre pensato che nel mondo io non occupavano un così grande spazio. Sapevo che quando qualcuno sparisce, gli altri prima o poi si abituano.

E’ come se non sapessi io stessa qual’è il mio posto nel mondo.

Guardare le persone seduta nei caffè era esattamente come osservare lo scorrere del fiume.

La paura che suscita il fiume è l’insondabilità e la ventosa dello scorrere del tempo.

“Le luci, quando ci sono delle persone che vivono, danno una sensazione di calore,no?”

Una donna che ha subito violenza, diventa di solito, diffidente nei confronti degli uomini.

La felicità arriva all’improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata. In qualsiasi condizione, e con chiunque ti trovi.

Nel mondo ognuno ha un suo abisso personale.

La cosa che ognuno vorrebbe afferrare è probabilmente il suo mondo.

 

1 commento
  1. Rita
    Rita dice:

    “Avevo sempre pensato che nel mondo io non occupavano un così grande spazio. Sapevo che quando qualcuno sparisce, gli altri prima o poi si abituano”.

    ecco una citazione che mi ha colpito…..fino a ieri, avrei pensato, se l’avessi letta prima, che questa fosse cucita su misura per me……
    Invece la leggo oggi…..oggi che ho la consapevolezza che non tutti, prima o poi, si abituano alla nostra mancanza…..anche se pensiamo di non occupare un grande spazioe, forse per qualcuno quel piccolo spazio che occupavamo era tutto….e la nostra asenza diventa asfissia, come mancanza di ossigeno, che avvelena e lascia danni e tracce inguaribili….

    Grazie per questo spunto di riflessione.

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