Non so nemmeno io se questo libro mi sia piaciuto o meno.
La lettura è sicuramente scivolata via senza intoppi e il libro in se mi ha gasata un sacco, ma col passare dei giorni, l’ho trovato un po’ banale e scontato.

Certo è che, chi si ritrova ad affrontare un periodo difficile, queste pagine danno spunti di riflessione, ma anche punti dai quali partire per affrontare un cambiamento.

Camille, ha decisamente un periodo no e durante una giornata molto, molto, difficile, incontra Claude che come lavoro fa l’abitudinologo.
Eh sì, a quanto pare soffriamo tutti di questa ‘malattia’.

Camille decide di prendere in mano la sua vita, di cambiare quelle cose che non vanno e che non le piacciono.
Claude è la persona giusta per aiutarla in questo percorso. Con una serie di sfide, la nostra protagonista, piano piano, giorno dopo giorno, buttando cartacce, dipingendo pareti, stravolge la su vita. La sistema, cambia quello che non le piace e si rinnova.

Non sarà il libro del secolo, ma sicuramente può essere un punto di partenza, in fondo non leggiamo anche per trovare aiuto, risposte, spunti di riflessione? Quindi perché no?

Una cosa molto carina secondo me, è che al fondo del libro ci sono le sfide, e degli imput con i quali si può mettere in azione, quello che viene raccontato nel libro. Una sorta di ‘glossario’, di recup, per avere tutto insieme e spuntare quello che piano piano si porta a termine. Questo secondo me un bel di più.